Mangione: “La SIA è stata un flop, il REI sarà la stessa cosa… purtroppo!”

Intervento del Presidente dell’Assemblea Generale della CGIL Agrigentina Piero Mangione sulla recente introduzione del “reddito di inclusione”

Su uno dei punti fondamentali della piattaforma sindacale e cioè sulla lotta alla povertà, vale il
giudizio della Segretaria della CGIL, dato al varo governativo del REI: “ giudizio positivo sullo
strumento e sulle modalità di costruzione. Insufficienti le risorse”.
Il buon Gentiloni, però, ha fatto , con furbizia politica, il gioco delle tre carte difatti, ha preso la
carta SIA (sostegno alla inclusione attiva), ha preso la carta ASDI (assegno sociale di
disoccupazione) li ha mescolate e li ha fatte sparire dentro il REI (reddito di inclusione), utilizzando
lo stesso miliardo e 700 milioni di euro, già stanziati nella finanziaria 2017 avente effetto esecutivo
nel 2018.
Si può accedere al REI (importo variabile da 190 a 490 euro a seconda delle condizioni familiari per
18 mesi e cioè dal primo gennaio 2018 al 30 giugno 2019) se non si superano i sei mila euro l’anno
di reddito familiare e se il valore patrimoniale immobiliare, eventualmente posseduto, prima casa
esclusa, non supera i 20 mila euro.
Accesso prioritario alle famiglie con figli minorenni o disabili, donne in gravidanza, ultra 55/nni
disoccupati, privi di indennità di disoccupazione, ma idonei al progetto personalizzato di avvio al
lavoro.
Le domande potranno essere presentate al Comune dal primo dicembre prossimo per potere ricevere
dall’INPS la CARTA REI, la cui metà è esigibile in contanti e l’altra metà utile per acquisti in
esercizi commerciali convenzionati.
Il finanziamento è “povero” visto che di miliardi ne servirebbero sette e visto che è prevista una
durata di 18 mesi esso non ha, come dovrebbe, carattere strutturale.
E’ destinato ad una platea di 400 mila famiglie quando quelle statisticate in povertà assoluta sono
un milione e 700 mila, contenenti 5 milioni di persone.
Quindi il REI non ha carattere universale.
Per la CGIL resta, ovviamente, vivo l’impegno per ottenere un finanziamento adeguato e strutturale,
con carattere universale, pur consapevole che solo la crescita dell’economia e del lavoro potrà fare
uscire dallo stato di povertà assoluta le famiglie che vi si trovano disperatamente.
IL PIANO DEL LAVORO E LA CARTA DEI DIRITTI UNIVERSALI DEL LAVORO sono
i binari su cui cammina l’azione della CGIL, che ha tappe, ma che non si ferma.
Anche in Sicilia Crocetta aveva annunciato un pacchetto di interventi, con un finanziamento di 350
milioni che prevedeva assegni mensili di 500 euro per 80 mila famiglie, per giovani under 29, da
impegnare nel servizio civile regionale e per disagiati con reddito inferiore a cinque mila euro , da
occupare in cantieri di servizio per Comuni ed Enti pubblici.
Possiamo dire che è stato un flop?

I candidati Governatori farebbero bene a fare sapere ai siciliani come intendano affrontare la
questione povertà e disoccupazione, che sono due delle piaghe aperte in questa Sicilia.