Mangione: come e perché si sono accumulati 40 milioni di euro di debiti al Comune di Agrigento?

 

“Quello che tutti sappiamo è – dichiara Piero Mangione – Segretario SPI CGIL Agrigento – che non sono serviti per migliorare i beni patrimoniali del Comune, né per assicurare ottimi servizi sociali e assistenziali alla comunità disagiata, né per rendere efficiente la viabilità, né per assicurare  decoroso arredo urbano ai luoghi di vita comune, né per recuperare bellezza al centro storico, né per migliorare l’amangioneccoglienza turistica, né per abbassare i livelli di povertà, né per attivare centri sociali per giovani ed anziani, né per la  manutenzione dei quartieri satelliti, né per fare investimenti a sostegno delle attività economiche.

Di contro sappiamo che il Comune (cioè i Sindaci, le Giunte, i Consigli municipali, i Capi della “burotecnocrazia”, i consulenti esterni) ha perso finanziamenti di diversa provenienza per mancanza di progetti esecutivi, per incapacità di gestione di alcuni uffici e di adeguamento alle dinamiche procedurali  pretese dall’UE, e dai Governi nazionali e regionali, persino sul fronte dell’assistenza sociale, dall’infanzia alla vecchiaia, dalla disabilità alla non auto sufficienza.

E’ in questo contesto che la “bolletta della vita”  è aumentata vertiginosamente tra tasse sulla casa e tariffe rifiuti e acqua, mentre non venivano riscossi i crediti e l’evasione ha continuato a non essere attaccata adeguatamente, pur sapendo il Comune che i trasferimenti finanziari da Roma e Palermo erano in sostanziale diminuzione ed i bilanci ne avrebbero sofferto.

Per risanare tale disastrata condizione, dice il Sindaco, che ci vorranno 30 anni di sacrifici e come ricetta indica “soluzioni politiche, lotta alla evasione, riqualificazione della spesa pubblica, utilizzo economico  del patrimonio comunale, razionalizzazione degli spazi.”

C’è da sperare che dai proponimenti si passi ad una azione veloce e rigorosa, partendo, da subito, con l’attrezzare gli uffici per impedire la perdita dei finanziamenti in essere, a cominciare da quelli disponibili all’Assessorato alle politiche sociali, e per procurarsi la “chiave” per l’accesso ai diversi fondi finanziati per  riattivare l’economia ed il lavoro”.