essendo l’ultima volta che parlo a tutti Voi da Segretario Generale, consentitemi qualche considerazione e qualche doveroso ringraziamento.
Gli anni che abbiamo alle spalle, sono stati anni difficili, durissimi, tutti svolti nel cuore della crisi iniziata nel 2008: precarietà, riduzione dei diritti, svalorizzazione del lavoro, disuguaglianze, solitudine hanno generano rancore, rabbia sociale ed hanno alimentato, oltre ogni limite, l’odio, principale combustibile dei populismi imperanti.
Odio che ho misurato anche nei giorni scorsi, quando per ribadire la posizione della CGIL ed il diritto di Carola Rackete a trovare un porto dove sbarcare queste 42 persone, ci siamo beccati un fiume di veleno sui social!
Anche per questa ragione sono importanti le parole di Don Franco Montenegro pronunciate ieri nell’omelia per la Festa di S. Calogero.
Questo vale per l’intero Paese, ma anche per la nostra provincia laddove scontiamo un problema in più, ovvero che il tessuto produttivo era già assai debole prima della crisi.
Meno lavoro c’è più esplodono le contraddizioni ed i problemi.
Quando nel marzo del 2012 assunsi prima la “reggenza” e poi, nel giugno, la Segreteria della Camera del Lavoro, mi fu chiaro subito che al netto delle “criticità esterne” su cui, poi, tornerò vi era soprattutto una serie di gravi “criticità interne”.
Non mi riferisco solo alla questione economica che, poi, ha finito con il condizionare tutti questi lunghissimi 7 anni ma anche alla struttura della Camera del Lavoro, al nostro insediamento, al nostro modo di funzionare.
Forse, un giorno, si avrà la serenità e l’onestà politica ed intellettuale di riconoscere il lavoro svolto; il tentativo onesto di lavorare per l’unità dell’Organizzazione per farle compiere un salto in avanti, per farla crescere, per superare i limiti.
L’Unità dell’Organizzazione per affrontare tutti insieme le difficoltà, è sempre stata questa la bussola che ha animato la mia esperienza.
Oggi si chiude una pagina, un ciclo e se ne apre uno nuovo.
Alcuni giornalisti mi hanno chiesto “che CGIL lascia al suo successore?” e non potendo raccontare bugie (ma nemmeno tutta la verità…) ho detto una cosa nella quale credo:
“Lascio una CGIL che viene da una lunga traversata nel mare della crisi in tempesta, ma che è ancora in piedi, forte dei suoi 30.000 iscritti, con un gruppo dirigente in parte rinnovato e che mi auguro sia in grado e che sia animato da questa voglia di battaglia.
Quello stesso gruppo dirigente che il 22 Giugno abbiamo portato a Reggio Calabria a reclamare una nuova politica per il Mezzogiorno.
Un gruppo dirigente animato dalla speranza e dalla certezza che davvero è possibile cambiare il segno di questa provincia: abbiamo davvero tante risorse materiali ed umane straordinarie. Un gruppo dirigente che forte della elezione di Maurizio Landini alla guida della CGIL ha ritrovato nuovi stimoli e voglia di battersi”
Oggi c’è maggior bisogno di sindacato!
E’ sicuramente più difficile “fare sindacato” ed i Lavoratori hanno assai più preoccupazione e paura del passato.
Decenni di politiche liberiste e di austerità introdotte per affrontare la globalizzazione hanno prodotto “svalorizzazione” del lavoro, hanno spostato il baricentro delle scelte esclusivamente a favore dell’impresa, scardinando il diritto del lavoro.
Non era mai avvenuto in modo così violento e repentino dal 1970.
Ed è sicuramente un problema in più che si aggiunge alla desertificazione imprenditoriale, alla povertà, alla fame di lavoro di questa nostra provincia.
Ma il Sindacato è nato in questa provincia quando la povertà era un problema ancora più grave ed i sindacalisti della CGIL venivano letteralmente assassinati (Miraglia, Scalia, Bongiorno, Spagnolo, Di Salvo…) sopravviveremo anche a questa crisi se sapremo comprendere che se è cambiato il lavoro e le sue forme dobbiamo cambiare pure Noi ed adeguare le nostre strutture ed i nostro modo d’essere ai tempi che cambiano.
Questa è la provincia da cui si fugge.
Al primo gennaio 2018 il totale degli Agrigentini che hanno cambiato residenza è di 154.979 il dato più alto della Sicilia
Tanti hanno scelto di farlo spopolando i nostri Comuni, tanti sono Giovani.
Tanti sono studenti che scelgono di andare fuori non tanto e non solo per ragioni legate alla qualità degli Atenei (ci sono buone facoltà anche in Sicilia) ma per l’aggancio che le Università del Centro-Nord hanno con il sistema produttivo.
Poi, certo non aiuta aver lasciato incancrenire la situazione del nostro Consorzio universitario, ancora senza Presidente, anche se la situazione è in via di miglioramento.
Il tema del lavoro, della sua quantità e qualità, resta il tema centrale cui dobbiamo orientare tutte le nostre energie: siamo una provincia che si segnala per un tasso di attività che oscilla mediamente intorno al 51%, con circa 14 punti in meno rispetto al dato nazionale, e con una significativa differenza tra uomini e donne con circa 40 punti percentuali di differenza. Per non parlare del tasso di disoccupazione.
Lo abbiamo detto in tante occasioni! Ci siamo sforzati di dire a tutti (Istituzioni, enti Locali, Aziende) “facciamo sistema!” … Occorrerebbe puntare con decisione sulle risorse che abbiamo, quelle che sono proprio nostre e non possono essere DELOCALIZZATE: Terme, Kainite, Turismo, Storia, Università, Infrastrutture, Agricoltura e Pesca di qualità, Enogastronomia, Cultura, Mare, Artigianato artistico restano solo titoli di uno sviluppo possibile e Agrigento (e la sua provincia) continuano a confermarsi come la terra delle “occasioni perdute”, ricca di potenzialità e povera di concrete ipotesi di sviluppo, condannata agli ultimi posti delle classifiche da questa sua incapacità di ribellarsi, di costringere una “classe politica” inetta a trasformare queste pote
nzialità in ricchezza e sviluppo!
Potrei fare tanti esempi, l’ultimo si chiama ZES, Zone Economiche Speciali, se ne parla in tutta la Sicilia tranne ad Agrigento!
Non ci sfuggono i tanti piccoli e grandi fatti positivi, le enormi potenzialità del territorio che sono lì a confermare come sarebbe possibile costruire una provincia diversa a patto che si dia nuove ambizioni e nuovi progetti.
E’ di questi giorni la “tre giorni” di eventi di “Dolce & Gabbana” che hanno scelto Agrigento, Sciacca e Palma di Montechiaro, facendo vedere al mondo ma anche a Noi stessi la bellezza dei luoghi nel quale viviamo.
Penso alle nuove scoperte archeologiche nella Valle dei Templi, una Valle che vince il premio paesaggio e che torna ad essere più attrattiva (raggiunge il primato di circa 1 milioni di visitatori l’anno!), penso ad un gioiello come la “Cultural Farm” o alla “Kolymbetra”…
E questo la dice lunghissima.
Penso alla candidatura di Agrigento a “capitale della cultura 2020”, siamo arrivati tra i primi 10, dovremmo riprovarci…in ogni caso nel 2020 per il 2600 anni di Akragas dovremmo riuscire a preparare la Città.
Ma questo comporta una serie coerente di scelte (dalla cura del centro storico, alle infrastrutture, dalla pulizia delle città alla cura del suo litorale, dai servizi alle politiche dei trasporti) che, purtroppo facciamo fatica a ritrovare nelle scelte dei Governi ai vari livelli.
Purtroppo, in questa terra, ognuno lavora per sé stesso, senza coordinarsi con gli altri, senza “fare sistema”
Qui ogni Sindaco ed ogni Comunità pensa a sé. Tranne piccole “isole felici” (penso ai Comuni della SNAI la Strategia delle Aree Interne o a quei Comuni che hanno conosciuto collaborazioni di GAL o di altri strumenti di programmazione negoziata): non si è riusciti nemmeno ad unire Cammarata a S.Giovanni!
Invece, occorrerebbe ragionare per “aree vaste” favorendo le aggregazioni di Comuni e spingerli a ragionare insieme su come aggredire queste criticità e su come programmare politiche di sviluppo e di intervento e ciò anche per superare in positivo una delle criticità che abbiamo denunciato ovvero quello del depauperamento delle risorse umane qualificate.
Pensiamo agli Uffici Tecnici e, per altro verso, al personale che si deve occupare delle Politiche Sociali: in provincia di Agrigento abbiamo tanti comuni piccoli e con piante organiche sempre più sguarnite che, spesso, non sono proprio in grado di cogliere le opportunità che si presentano!
Vi è una pretesa di autosufficienza della politica che non giova, che ha finito per non portare a casa nessun risultato.
Serve ricostruire questo rapporto, selezionare insieme obiettivi, serve condivisione .
Al nostro Congresso abbiamo detto e ribadiamo : Comuni, l’ex Provincia, Associazioni dei Costruttori, Ordini Professionali insieme al Sindacato possiamo trovare una sintesi per definire una comune azione (anche insieme ai Parlamentari del Territorio) oppure dobbiamo continuare in questa inconcludente e, spesso, inesistente recita a soggetto giusto per strappare un titolo ed una foto che sono buone solo ad alimentare la nostra vanità di personale e/o di organizzazione ?
E’ troppo auspicare quella che abbiamo chiamato una positiva “lobby del territorio” che si occupi di definire una linea d’azione comune nei confronti dello Stato, della Regione, dell’Anas, delle Ferrovie ecc. in grado di centrare obiettivi di sviluppo condivisi?
La “questione “infrastrutturale” è emblematica e non può attendere!
Non possiamo solo fronteggiare l’emergenza (SS.189, i tanti viadotti a traffico alternato o chiusi…) occorre fare una riflessione approfondita per capire come pensare alla mobilità del futuro e a come “collegare Agrigento al Mondo” (per riprendere uno slogan di una iniziativa unitaria del sindacato su queste questioni che dovremmo ripetere) .
Questo, lo ribadisco, chiama in causa ANAS, Ferrovie, Libero Consorzio, Comuni ad una riflessione ed al cimentarsi con una serie di questioni di cui da decenni si indicano solo i titoli senza mai approdare a niente di concreto.
E quello che abbiamo chiesto al Nostro Cardinale, chiedendo a Lui di farsene promotore, cosa che ha fatto e di cui gli siamo ancora grati.
Dobbiamo aver il coraggio di “pensare in grande” riprendendo una serie di battaglie per questioni, per noi mai chiuse, come quella di chiudere l’anello autostradale tra Gela e Castelvetrano o di collegare l’interno della provincia e la sua costa con la realizzazione della famosa quanto fantomatica “mare/monti”.
Potrei fare mille altri esempi! Si pensi alle Terme o alla ricchezza del sottosuolo, alla necessità di una forestazione produttiva, alla salvaguardia del territorio…
Abbiamo lanciato un ulteriore appello a tutti per realizzare una “piattaforma Agrigento” e su quella organizzare una battaglia col Governo regionale e nazionale.
Noi ci crediamo. Non possiamo rassegnarci all’idea che dobbiamo dire ai nostri figli e ai nostri nipoti che qui tutto è perduto, non è così, non può essere così.
La CGIL come nel passato c’è e, fino in fondo, vuole fare la propria parte!
Mi auguro che il nuovo Segretario ed il nuovo gruppo dirigente che lo sosterrà in questo faticoso compito riesca a portare avanti le tante cose “lasciate a metà”…
Tengo particolarmente ad alcune:
al lavoro iniziato per “ricostruire le camere del lavoro”. Abbiamo iniziato a Canicattì, Licata, Sciacca ma dobbiamo continuare in altri “medi centri”. Avevamo già concordato la presenza di Maurizio Landini a Settembre per una iniziativa da tenersi a Sciacca (e glielo ricordato in occasione della recente consultazione) .
Mi dispiacerà non poterlo accogliere da Segretario Generale, ma sarò ugualmente felice di sapere che il nuovo Segretario, cui faccio i miei migliori auguri, possa ripartire da questo importante contributo;
arrivare alla sottoscrizione del Protocollo in Prefettura sugli infortuni sul lavoro, un lavoro da Noi proposto, fatto proprio dal Prefetto e che è prossimo alla firma
In questi anni abbiamo compiuto scelte di cui vado orgoglioso (la costituzione di “parte civile” nel “processo false 104” o in quello alla Mafia della “Montagna”) Mi auguro che si mantenga aperto il canale del dialogo con quanto in questa provincia si muove in termini associativi sui terreni della lotta alla mafia, dell’antifascismo e dell’antirazzismo, dell’ambiente intensificando i rapporti con l’ANPI, LIBERA, l’ARCI, SOS RAZZISMO che devono sentire la CGIL come “casa loro”.
E poi c’è un lungo elenco di “vertenze” locali aperte e da rilanciare: terme, lavoratori sistema idrico integrato, TUA, infrastrutture, ZES, aree interne, Sanità nel territorio, Consorzio Universitario… insieme a tutte quelle che il nuovo Segretario conosce benissimo come rifiuti, precarietà ecc.
Se guardo a questi 7 anni ci sono tante belle cose fatte, non sempre ovviamente vincere una battaglia dipende da noi. Abbiamo avuto la sfortuna di avere autentici “muri di gomma” nei Governi nazionali e regionali. Ma sono felice della ripresa della “Calcestruzzi Belice” o del fatto che gli Autisti della TUA abbiano vinto le cause (assi meno che non abbiamo preso ancora servizio!); sono contento della stabilizzazione di molti precari nei Comuni o che si sia impedito il licenziamento degli operatori ecologici ad Agrigento…
Consentitemi un ringraziamento particolare alle Compagne ed ai Compagni Segretari delle Categorie, a quelli del Patronato INCA (ne approfitto per rinnovare gli auguri al nuovo Presidente Nazionale Michele Pagliaro), quelli del Servizio Fiscale, quelli di Federconsumatori, SUNIA, AUSER, ALPA, ai nostri RSA ed RSU.
Un grazie anche ai Poliziotti del SILP CGIL ed un augurio a quelli della neonata Associazione SILF dei Finanzieri.
Un ringraziamento ai Compagni della Segreteria Provinciale, dell’ultima ma anche di quelle che l’hanno preceduta e che mi hanno aiutato in scelte davvero coraggiose e difficili: volevo ringraziarli tutti per l’apporto che ognuno di loro ha dato in questi anni.
Grazie ai tanti Compagni che non si sono risparmiati dal darmi consigli, indicare una iniziativa o un intervento da fare, qui è meglio non fare l’elenco sia perché mi commuoverei sia perché rischierei, colpevolmente, di dimenticarne qualcuno: loro sanno che il mio affetto e la mia stima sono ricambiati!
Un pensiero ai tanti che in questi 7 anni ci hanno lasciato: li porto nel mio cuore tutti e li ringrazio per quello che hanno dato alla CGIL.
Siamo una bella e grande Organizzazione, oggi eleggiamo un nuovo Segretario ma guai a ritenere che possa dirigere da solo, dobbiamo essere tutti a farlo insieme a Lui.
Siamo una grande Organizzazione Collettiva, la più grande realtà associativa del Paese, farla pesare, farla contare di più dipende da ognuno di Noi.