“Rompiamo le pareti di cristallo!”

E’ il titolo del manifesto che la Cgil ha prodotto insieme alla Confederazione europea dei sindacati (CES) che in occasione della Giornata internazionale della donna lancia un allarme e invita a rompere le pareti di cristallo che segregano i sessi nelle diverse occupazioni nel mondo del lavoro, impedendo l’effettiva uguaglianza di genere nel ornella vicarimercato del lavoro.

“Viviamo in una provincia – dice Ornella Vicari, della Segreteria provinciale della CGIL – dove queste differenze pesano di più, dove facciamo ancora i conti, ad esempio,  a tanti anni dalla 194, col personale ospedaliero fa ricorso all’obiezione di coscienza e la difficoltà per le donne ad esercitare un loro diritto.

Una provincia dove,  se vogliamo che l’otto marzo sia solo retorica,  cominciamo  a pretendere tutte e tutti un effettivo cambiamento, che determini una libertà piena per le donne attraverso l’esercizio e l’esigibilità dei tanti diritti che hanno conquistato per Noi generazioni di donne generose e combattive.

Spero che sia l’ultimo anno nel quale arriviamo a questo appuntamento o ad altri dallo stesso valore simbolico, come le manifestazioni contro la violenza sulle donne, in maniera disunita o dove ognuno pensa all’orgoglio della propria organizzazione: abbiamo bisogno di ritornare a “pensare in grande”, ad una grande stag8marzoione di unità, a ritrovare lo spirito che ci ha visti mettere in piazza il “se non ora quando”.

Nessun paese in Europa è immune dalla disparità fra uomini e donne ed è preoccupante che negli ultimi anni sia aumentata ovunque.  Ma in Italia è aumentata ancora di più, le discriminazioni e le disuguaglianze sono in continua crescita e molto più accentuate che in altri Paesi.

Il Global gender gap report  del “World Economic Forum” che misura il divario di genere nel mondo piazza l’Italia  al 41esimo posto su 145 paesi.

E se guardiamo alle opportunità economiche delle donne, solo Turchia e Malta fanno peggio di noi in Europa. Siamo al 111esimo posto su 145 paesi con il 13% di disoccupazione femminile. Non c’è nessun paese avanzato messo male come il nostro, ci collochiamo tra gli ultimi insieme a Cuba, Messico, Arabia Saudita e Bangladesh. E negli ultimi dieci anni abbiamo solo peggiorato. Solo il 51% delle donne lavora, contro il 74% degli uomini.  una italiana in media guadagna 0,47 centesimi per ogni euro guadagnato da un uomo. Una donna su quattro lascia il lavoro quando aspetta un figlio, In Italia dopo la maternità continuano a lavorare solo 43 donne su 100.

Le donne più degli uomini sono relegate nello svolgimento di lavori con contratti precari e con part-time spesso involontari.

Combattono con la discontinuità lavorativa, a causa della difficile conciliazione tra lavoro e famiglia, che si traduce spesso in una scelta dolorosa fra lavoro e famiglia, e che si riflette negativamente anche nell’età pensionabile, con pensioni più basse del 40%  rispetto a quelle degli uomini.