Il Segretario Provinciale dello SPI CGIL, Piero Mangione, che interviene sulla polemica seguita all’annuncio della present
azione di un disegno di legge che toccherebbe , persino, le future pensioni di reversibilità.
“Ora, nel mirino del governo ci sono anche 18.705 vedove e 1.446 vedovi (solo inps) della provincia di Agrigento, titolari di una pensione di reversibilità con una media per le donne di €481,99 e per gli uomini di € 440,63 mensili – tuona Piero Mangione, mentre restano intoccabili le pensioni d’oro e d’argento che sono presenti ( oltre 25 mila), anche in questa provincia che accusa il reddito procapite più basso d’Italia”.
“L’attacco alle pensioni di reversibilità – prosegue Mangione – è l’ultimo atto, in ordine di tempo, con cui il governo intende fare cassa a discapito delle fasce deboli, maggiormente concentrate al sud e di cui Agrigento detiene il primato.
Ma la questione non è solo la reversibilità, ma l’incidenza pervasiva di quell’eco mostro chiamato ISEE, attraverso i cui parametri il governo gioca la sua lotta di classe contro il ceto medio, ancora non ridotto del tutto allo stato di povertà.
Senatori e deputati di questa provincia potete stare muti e sordi?
Spiegate a Renzi che così non va e che la lotta alla povertà si combatte creando quel lavoro che il jobs act al sud non ha creato, nonché costringendo i ricchi a dare allo Stato i miliardi che hanno evaso, tagliando gli sprechi ed i privilegi, lasciando in pace chi vive molto, molto stentatamente”.