PD E GRILLINI : TARIFFA ORARIA MINIMA LEGALE SENZA CONTRATTO CGIL : DIRITTI UNIVERSALI PER CHI LAVORA

La CGIL è contraria all’attivazione del salario orario minimo legale perché questo servirebbe solo alle aziende ed alle imprese come “scorciatoia legale” per non applicare i contratti nazionali

collettivi delle categorie di riferimento, i cui minimi contrattuali sono più alti dei 9 euro l’ora proposti dal Partito Democratico e dai Cinque Stelle.

E’ del tutto evidente ch

e trattasi di una anomalia assurda perché non dovrebbero esserci  lavori e  lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva!

Il problema è risolvibile solo inserendo gli attuali esclusi nell’area di un contratto e non prevedendo uno strumento che, riconosciuto dalla legge, favorirebbe solo i datori di lavoro che così potranno evadere i contratti nei quali le tutele riguardano un salario minimo più alto e simmetricamente il diritto alla contribuzione ed ancora il diritto alla malattia, alle ferie, ecc.

La CGIL, come si sa, ha presentato in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare che prevede diritti universali del lavoro per tutti, nessuno escluso.

Camera e Senato hanno il dovere di metterla in agenda così come da tempo avrebbe dovuto legiferare sulla rappresentanza sindacale per certificare il riconoscimento  dei soggetti sindacali, effettivamente rappresentativi e, quindi, titolati alla stipula dei patti di lavoro, impedendo che certi datori di lavoro possano continuare a sollecitare nelle loro aziende la costituzione di sindacati gialli, sabotatori delle regole contrattuali.

E se in altri Paesi d’Europa è stato adottato il salario minimo legale ciò è dovuto al deficit di tutele contrattuali che in Italia, invece, sono state conquistate con le lotte dei lavoratori e dei sindacati confederali e di categoria.

Non è così che si combatte il lavoro nero e nemmeno la elusione dei contratti collettivi di lavoro.

Agrigento, 25 marzo 2019

                                                           Piero Mangione