PRESTO UNA LEGGE ELETTORALE QUALSIASI E DOPO ELEZIONI POLITICHE.
QUINDI I REFERENDUM DELLA CGIL SI FARANNO PROSSIMAMENTE.
AVVIAMO LA NOSTRA CAMPAGNA CHIARENDO CHE
NON E’ IN GIOCO LA CGIL MA LA CIVILTA’ DEL LAVORO
In questi giorni abbiamo avuto diversi momenti di ulteriore riflessione che ci hanno ricordato come la battaglia non sia finita, anche se la Corte Costituzionale ha bocciato il referendum sull’articolo 18, per le immaginabili pressioni politiche del Governo che temeva una seconda bruciante sconfitta, dopo quella del 4 dicembre sulla riforma renziana della Costituzione.
Ci siamo detti che i referendum sono due, ma che gli obiettivi sono tre perché, oltre ai due referendum sui voucher e sugli appalti, la CGIL chiede a questo Parlamento di ritornare sui suoi passi ed approvare la nostra proposta di legge, di iniziativa popolare, per la quale abbiamo raccolto milioni di firme, denominata “CARTA DEI DIRITTI UNIVERSALI DEL LAVORO” e, quindi cancellare la riforma del lavoro di Renzi.
Quella riforma, il Jobs act, che ha smantellato il diritto nei posti di lavoro attraverso il così detto contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, la cancellazione, appunto, dell’articolo 18 (già riformato nel 2012 da Monti/Fornero) ed ancora il depotenziamento degli ammortizzatori sociali, della indennità di disoccupazione e lo sfondamento dei limiti all’uso dei voucher per i lavori accessori.
Ci siamo detti che sulla nostra proposta di legge anche la CGIL di Agrigento incontrerà la deputazione nazionale per un confronto e per verificarne la posizione.
Sul referendum per l’abolizione dei voucher dobbiamo ricordarci che la CGIL, nel 2003, ha detto “SI” al pagamento del lavoro accessorio attraverso, appunto i voucher, solo per alcuni tipi di prestazioni (servizi di pulizia, di stiratura, a domicilio ecc.) per fare emergere dalla irregolarità alcune forme di lavoro assolutamente occasionale, mentre Renzi ha legittimato ed ampliato l’uso dei voucher per tutti i tipi di lavoro, provocando un ulteriore inquinamento del mercato del lavoro.
Tra l’altro va detto che, nella sua reale utilizzazione, questo strumento inquinato ed inquinante ha finito col proteggere non i lavoratori ma i loro datori di lavoro, a cominciare dai controlli ispettivi e dalle sanzioni contro il lavoro nero, rendendo i lavoratori più ricattabili e riducendo gli spazi di lavoro stabile e regolare.
In Europa, dove ci sono simil voucher, a ben vedere, essi sono corredati da tutele e diritti che in Italia sono assenti.
Con il quesito referendario sugli appalti la CGIL intende impedire alla criminalità di negare i diritti ai lavoratori finiti nel sub appalto e per questo chiede al Parlamento il ripristino della responsabilità dell’impresa appaltatrice madre, oltre a quella subentrante, in caso, appunto, di violazioni subite dai lavoratori.
In sintesi la CGIL chiede che il committente sia chiamato a rispondere delle eventuali scorrettezze vero il lavoratore, commesse dall’impresa a cui ha ceduto l’appalto, così come era previsto dalla legge Biagi e dalla Fornero modificata.
Ricordiamoci che Renzi sarebbe ancora a palazzo Chigi se non avesse personalizzato il referendum del 4 dicembre sino a mettere in “palio” la sua testa.
La campagna referendaria della CGIL non va personalizzata né in alto, né in basso.
Essa impegna fortissimamente noi, ma appartiene a tutti i cittadini perché la posta in gioco non è la CGIL ma la civiltà del lavoro.
Piero Mangione Presidente Assemblea Generale CGIL AGRIGENTO