Autonomia differenziata è versione aggiornata del separatismo padano: non possiamo permeterlo!

LA LEGA DI SALVINI E’ TORNATA ALLE ORIGINI CON UNA
VERSIONE AGGIORNATA DEL SEPARATISMO PADANO

Mi riferisco al processo di devoluzione presentato dalla ministra leghista Erika
Stefani che ha messo sul tavolo del governo il progetto di autonomia regionale
differenziata.
Gli italiani, dopo avere vissuto in un sistema redistributivo delle risorse fondato sui
bisogni dei territori e mirato a ridurre le diseguaglianze esistenti, dentro un assetto
istituzionale cooperativo, basato su un disegno organico caratterizzato da un
equilibrio tra differenti livelli di governo territoriale, oggi rischiano, con Salvini, di
passare alla competitività dei sistemi regionali, con un nord palesemente favorito a
sfavore del mezzogiorno.
E’ del tutto evidente che Salvini quando ha parlato e lanciato lo slogan “prima gli
italiani” ha pensato e pensa di spaccare l’unità nazionale, rimanendo nemico del sud
che vuole chiudere dentro nuove ristrette gabbie economiche e sociali.
In pratica vuole che il nord trattenga il differenziale del gettito fiscale versato allo
Stato rispetto ai trasferimenti da questo ricevuti.
Non si tratta, quindi, di una autonomia differenziata, ma solidale, bensì di una vera
secessione perché se aumenteranno le risorse da destinare al nord, devono,
simmetricamente, diminuire quelle destinate al sud, tra l’altro in un quadro di
mancata crescita dell’economia nazionale.
Si tratta di un processo di autonomia pensato ed iniziato coi referendum di Veneto,
Lombardia ed Emilia Romagna, spinto in avanti dal governo di sinistra con la
preintesa firmata con quelle regioni da Gentiloni.
E’ chiaro che, con il reddito procapite degli abitanti del mezzogiorno già metà
rispetto a quelli del nord, ancora più alta sarà l’emigrazione verso altre terre dei
nostri giovani e meno giovani.
Aumenterà lo spopolamento dei nostri paesi, gli investimenti si fermeranno al confine
del Lazio, le infrastrutture usurate resteranno inagibili, sanità e assistenza saranno
ridotte al minimo, come il diritto allo studio e la qualità formativa, il lavoro sarà
sempre meno e diverrà sottopagato e grigio/nero, mentre cultura e socialità saranno
sempre più declinanti: un disastro !
La lega, per quanto forte, è minoritaria in Parlamento e nel Paese, quindi ad ognuno
di noi spetta di spiegare ai simpatizzanti di Salvini la sua secessione che condannerà
il sud alla marginalità economica e sociale.

Non possiamo e non dobbiamo permetterlo !