A SANGUE FREDDO

Gli applausi al governo Salvini – Dimaio ai funarali di stato a Genova hanno evidenziato la sua sintonia con la gente, con il popolo: lo stesso che in altre dolorose circostanze ha contestato con rabbia.

La delegazione del PD, invece, è stata contestata dallo stesso popolo perché considerata amica e protettrice dei poteri forti.

Questo stato d’animo degli italiani mette in luce una questione che va al di la dell’Italia, difatti, siamo in una fase plebiscitaria che è difficile prevedere quando si chiuderà.

Dagli Stati Uniti d’America alla Gran Bretagna, dall’Italia a mezza Europa soffia forte e col vento in poppa la politica dell’antipolitica, del rancore livoroso che annebbia le menti e che ha provocato l’infarto del cuore del mondo che non pulsa più per la solidarietà e per il sentimento di umanità.

Oggi, in Italia ci sono in campo solo due pensieri a confronto e protagonisti dello scontro politico e istituzionale: quello di Salvini che punta ad una soluzione plebiscitaria e carismatica della terza repubblica, con un uomo solo al comando, libero,anche,  dal rispetto delle leggi.

E, quello di Dimaio che vuole la fine della repubblica parlamentare per sostituirla con la “piattaforma telematica” con la fine  delle libere elezioni, soppiantate dal “sorteggio”  e con la cancellazione dei partiti, del conflitto sociale, ideologico e di classe, in nome dell’unità organica della gente.

Purtroppo, la coalizione Salvini – Dimaio che è in atto, è l’espressione vincente e tragica della caduta precipitosa dei valori che il PD, da anni ha messo in declino ed ai quali Renzi ha dato il colpo di grazia.

Tuttavia, c’è nel Paese una minoranza di più o meno giovani che, se pure è stata sconfitta, non è vinta e non si da per vinta, che vuole la rinascita dell’Italia democratica, sociale e solidale, rifondata sul lavoro ed il rispetto della dignità, anche, dei penultimi e degli ultimi.

Speriamo che questa minoranza riesca, nel tempo prossimo e futuro a rendersi credibile per un nuovo inizio.

Credo al riguardo che la CGIL abbia le carte in regola, al di la dei suoi limiti ed errori, per dare un suo  contributo  specifico con il dibattito congressuale: molto dipende da noi .

Agrigento, 27 agosto 2018