Da Raffadali, tradizionale appuntamento di CGIL CISL UIL AGRIGENTO, Massimo RASO, ha rilanciato il tema del “patto per lo sviluppo” . Ecco un estratto del suo comizio finale:
“…il comizio conclusivo del “Primo Maggio” prevede che a parlare siano, insieme al Sindaco, i rappresentanti locali, provinciali e regionali di CGIL CISL e UIL, ripartendo tra Noi le questioni e le problematiche, a me – quindi – spetta il compito di parlare di questa provincia, una provincia che si trascina, irrisolte, le tante questioni che la condannano ad avere sempre la stessa immagine:
quella di una provincia povera,
con pensionati poveri (90.000 delle circa 150.000 pensioni gestite dall’INPS sono inferiori a 500 euro!)
con tassi di disoccupazione più alti della media regionale e quasi doppi di quello del resto del Paese.
con un apparato industriale debole quasi inesistente e che ogni giorno perde un pezzo
con aziende molto piccole, sottocapitalizzate con problemi enormi di accesso al credito, cosi frantumate da essere per loro inibita ogni aspirazione di competizione con il resto del mondo;
con una situazione infrastrutturale del tutto insufficiente (strade ed autostrade, rete ferroviaria, impianti elettrici, acquedotti e depuratori, telecomunicazioni, porti, aeroporti, servizi alle imprese per non parlare delle infrastrutture sociali come gli ospedali, le scuole …
Eppure INCREDIBILMENTE la provincia di Agrigento è sostanzialmente esclusa da tutti i “piani” perché, da sempre, si punta sostanzialmente al rafforzamento della triangolazione tra le provincie di Palermo, Catania e Messina e la visita di Renzi di ieri ne è l’ulteriore conferma : possibile che tutto questo non susciti la reazione di nessuno?
Possibile che dobbiamo leggere della reazione dei Sindaci di CALTANISSETTA ed ENNA e non quella del Sindaco di AGRIGENTO, a nome dei Sindaci della provincia?
E’ troppo pretendere che anche su questo, la politica, chi governa la regione ed il Paese e chi queste forze rappresenta nel Nostro territorio, dicano la propria?
E’ troppo chiedere che si apra un confronto con i principali attori sociali ed economici cui sottoporre le loro ricette per far uscire la nostra provincia dalla marginalità cui è relegata?
CGIL CISL UIL di questa provincia non sanno più come dirlo, da anni insistiamo inascoltati su queste questioni; lo abbiamo gridato, per ultimo, nella manifestazione del 31 Ottobre, torneremo a farlo sabato prossimo, il 7 maggio, partecipando a Palermo alla manifestazione per denunciare il fallimento del Governo Crocetta e chiedere un cambio di rotta-.
Anche qui, abbiamo scritto a tutti i Sindaci per dire loro: perché non manifestate con Noi il 7 maggio?
Insieme alle questioni contenute nella “piattaforma regionale” noi abbiamo le questioni “nostre”
Chiudere questa vergognosa pagina delle TERME DI SCIACCA
Dire parole definitive sul futuro della ITALKALI e delle Aree Industriali
Sbloccare l’edilizia pubblica e privata con particolare riferimento alle infrastrutture , al recupero dei centri storici (ad Agrigento chiudere l’annosa “ questione Cattedrale”), alla vivibilità delle città;
Avere una politica per salvaguardare la PESCA e le Marinerie di Sciacca, Licata e Porto Empedocle;
Investire sui beni culturali e sulla cultura: la valle dei templi ed il resto delle bellezze storiche e ambientali, i percorsi eno-gastronomici, il rilancio del turismo;
CUPA: siamo preoccupati dal fatto che mentre si litiga il Polo lentamente muore!
Non perdere un centesimo delle risorse per migliorare la qualità dell’assistenza sociale e sanitaria per migliorare la qualità della vita dei soggetti deboli: anziani, disabili, bambini;
Occorre abbattere il peso opprimente delle bollette di ACQUA e RIFIUTI, ritornando ad una gestione oculata di questi servizi…mentre plaudiamo alla scelta dei Sindaci non possiamo che rilevare che non danno un bello spettacolo con questi problemi di elezione del presidente dell’ATI…. Liberateci da “Girgenti Acque”!
Ovviamente i “problemi del lavoro” di questa provincia non finiscono qui.
C’è la condizione drammatica del precariato che in alcuni casi va avanti da oltre 20 anni; vi è la condizione di settori (penso ai Forestali, ai dipendenti dell’ESA o dei Consorzi di Bonifica o della Formazione Professionale) che dipendono direttamente dal Bilancio della Regione che è sottoposto ogni anno alla roulette russa di non sapere se e come andrà avanti.
O a quella parte di lavoro che vive dipendendo comunque dal “pubblico”, figlio delle tante “esternalizzazioni” e privatizzazioni: acqua, rifiuti, servizi .
Penso a quei lavoratori ex LSU che lavorano nelle Scuole.
A tanti Lavoratori che sono nell’anello più debole e sottopagato di tutti e che percepiscono ormai d’abitudine il salario con cadenza quadrimestrale perché le Aziende percepiscono a loro volta in ritardo il pagamento delle fatture.
Ma dietro ai titoli dobbiamo scrivere e mettere in fila tutti i dossier aperti e delineare un quadro di nuovi rapporti tra soggetti economici e sociali, pubblica amministrazione: occorre costruire un vero e proprio patto per lo sviluppo possibile (…)”.