Vertenza Pensioni. Le valutazioni dello SPI AGRIGENTO

Fra Governo e Sindacati,  se si raggiungerà un accordo definitivo, questo confluirà in una proposta da inserire nella Legge di Stabilità.

Si tratta di un lavoro  di massima che sarà perfezionato nella successiva riunione fissata per sabato 18 novembre.

I punti chiave dell’attuale tappa sono:

-Per quanto riguarda gli scatti delle aspettative di vita ,ne sarebbero escluse 15 categorie di lavoratori addetti a mansioni gravose e basterebbero 30 anni di contributi , ma bisognerà però avere svolto lavori gravosi per almeno 7 anni negli ultimi 10 di attività lavorativa.

Precedentemente occorrevano 36 anni di contributi e 6 anni di lavoro nell’arco degli ultimi 7.

– E’ inoltre prevista la formazione di una commissione ,formata da rappresentanti INPS, INAIL, ISTAT e Ministeri del lavoro e della salute che potrà inserire nuove categorie di lavori gravosi.

Attualmente le 15 categorie di lavori gravosi sono quelle ammesse all’APE social  e alla pensione anticipata precoci  , a cui si aggiungeranno altre 4 e cioè i lavoratori marittimi, agricoli, siderurgici e pescatori.

Questi lavoratori continuerebbero ad andare in pensione di vecchiaia a 66 anni e sette mesi anche a partire dal 2019.

Si prospetta anche un generico ‘impegno a rivedere dal 2021 il meccanismo sugli adeguamenti alle aspettative di vita .

Altro punto importante della trattativa è la proroga dell’Ape social non essendo state esaurite le risorse disponibili per l’anno 2017 , quindi,  si può continuare a chiedere l’accesso all’APEsocial fino al 30 novembre.

Il Governo  prevede , inoltre, di inserire nella Legge di bilancio, l’estensione dell’Ape social anche per la fine del 2019.

Altri punti in discussione sono la separazione fra previdenza e assistenza e agevolazioni per la previdenza complementare dei dipendenti pubblici.

I sindacati, però, insistono  nel rivendicare l’allargamento della platea dei lavori gravosi a cui riconoscere  l’esenzione degli scatti che portano la pensione di vecchiaia a 67 anni dal 2019.

VALUTAZIONE POLITICA

Sabato 18 novembre avrà luogo l’incontro definitivo tra il Governo ed il Sindacato sulla questione previdenziale.

Quello di lunedì 13 non è stato esaustivo per una intesa, che non c’è, in quanto le proposte del Governo sono state ampliamente insufficienti.

La Segretaria Generale della CGIL ha dichiarato che “ il tempo da qui a sabato il Governo dovrebbe impegnarlo nel definire una risposta a tutti i punti della piattaforma unitaria visto che lunedì ne mancavano molti: dalle pensioni dei giovani, ai criteri ingiusti sulla flessibilità del sistema contributivo, dal lavoro delle donne ed il lavoro di cura, alla previdenza complementare che riguarda i privati.

Questo ulteriore tempo accordato al Governo non va inteso come nostro consenso alle scelte di Gentiloni.

In particolare c’è un deficit di risposta  sul tema dell’aspettativa di vita, sulla platea dei lavori usuranti, esentati dall’aumento automatico dell’età pensionabile.”

Ciò detto, il Direttivo della CGIL, ha dato mandato alla Segreteria Nazionale sulle decisioni da prendere, qualora il prossimo confronto non determinerà avanzamenti.

Ovviamente se il giudizio della nostra Confederazione sarà negativo , il Direttivo Nazionale ha già dato mandato alla Segreteria di decidere tutte le iniziative nazionali di mobilitazione utili a rendere chiara ed evidente la protesta per il passo indietro rispetto a quanto sottoscritto dal Governo nel protocollo sulla fase due.

Speriamo che il fronte sindacale rimanga unitario sul giudizio finale relativamente all’incontro di sabato 18 novembre.

Agrigento, 16 novembre 2017

    Enzo Baldanza  Pio Capodieci   Piero Mangione