Nel giorno nel quale il Ministro De Vincenti viene a Palermo per illustrare le ZES (Zone Economiche Speciali) e spiegarci che in Sicilia ve ne saranno solo 2 (Palermo/Termini e Augusta/Catania), l’On. Michele Cimino annuncia che farà la battaglia per Porto Empedocle, ora io capisco che c’è la campagna elettorale incipiente ma non ci si possono strumentalizzare così i problemi di un territorio che sta morendo e su cui non abbiamo registrato NESSUNA presa di posizione
Ad uno ad uno è stato decimato l’apparato produttivo di Porto Empedocle.
Come CGIL abbiamo lanciato ripetuti appelli sempre caduti nel vuoto, sempre rimbalzati da questo autentico “muro di gomma” della politica siciliana: che fine ha fatto il “progetto Italkali” (che Noi vogliamo si faccia purché sia rispettoso delle legittime esigenze ambientali manifestate dal Comune di Realmonte); che fine ha fatto il rigassificatore e, soprattutto, visto che non si farà, dove sono tutti quegli investimenti che sarebbe stato possibile fare e che venivano “impediti” dal rigassificatore?
E, soprattutto, che dobbiamo fare con Italcementi? A poche settimane dalla fine degli ammortizzatori, non riusciamo ad aprire nessunissimo spiraglio di futuro per questi Lavoratori!
Dov’è la politica? Come risponde in positivo a queste questioni?
Le ZES sono una possibilità, certo. Ma occorre intervenire prima che la politica determini le sue scelte ed i suoi orientamenti.
Noi ci auguriamo che si apra davvero un dibattito su cosa dev’essere il futuro occupazionale di questa nostra terra. Turismo e Cultura, senza dubbio ma anche manifatturiero e industria leggera.
Diceva ieri Michele Pagliaro, al direttivo regionale della CGIL: “Negli anni della crisi in Sicilia si sono persi posti di lavoro (128 mila), l’apparato produttivo è andato in pezzi, il lavoro ha perduto sempre più valore. I dati sulla povertà sono allarmanti e nemmeno le ultime rilevazioni Istat rincuorano. Tutt’altro: la crescita occupazionale riguarda la Sicilia in misura molto marginale: a oggi, il settore della ristorazione e degli alberghi è l’unico a crescere, ma di solo 4 mila unità rispetto al 2008, mentre per tutti gli altri il saldo resta pesantemente negativo”.
I dati della nostra provincia non sono diversi.
Dal 2008 al 2016 abbiamo perduto 10.314 lavoratori nei vari settori
Nei prossimi giorni renderemo pubblico uno studio del nostro Centro Studi CERDFOS in cui dettaglieremo com’è cambiata la situazione economica e sociale della provincia.
Oggi la CGIL a Lecce ha convocato la propria Assemblea Generale sui temi del Mezzogiorno, un fatto di straordinaria importanza nella vita del nostro Sindacato, un segnale inequivocabile dell’attenzione, fuori da ritualità, che la nostra confederazione attribuisce ai temi dello sviluppo del Sud, che si conferma oggi come il territorio più fragile del Paese, con tutte le conseguenze del caso in termini di lavoro, di diritti, di benessere sociale.
Finora registriamo solo un grande investimento mediatico, quello ad esempio sul “Patto per la Sicilia”. Una macchina propagandistica che vede impegnati i Partiti di Governo Nazionale e Regionale che sparano numeri rassicuranti e mirabolanti, a fronte dei quali noi registriamo che, ad oggi, non è partito alcunchè! Ho visto la lunga intervista a “CanicattìWeb” alla Vice Presidente della Regione anche Lei impegnata in questa opera, ma mi dica, nella provincia di Agrigento, quando vedremo i frutti di questi annunci?
Per il Patto per la Sicilia, a fronte di 2 miliardi e 320 milioni da spendere entro il 2018, le somme in bilancio a luglio 2017 risultano pari a 185 milioni e quelle impegnate a 59 milioni, il 2,54%.
Le somme pagate ammontano a soli 24 milioni, l’1.03%.
Occorre dire la verità! Sapere se è un problema di risorse o se mancano i progetti esecutivi. Altrimenti i Patti rischiano di diventare il solito elenco di buone intenzioni.
Un’ultima considerazione, ancora una volta esponenti del Governo vengono nella nostra terra, domani a Canicattì, è prevista la presenza la presenza del Ministro per la Coesione Territoriale ed il Mezzogiorno Claudio De Vincenti promosso dall’associazione “Officine per Mezzogiorno”, dal titolo: “gli interventi urgenti per la Crescita del Mezzogiorno. Il nuovo provvedimento “Resto al SUD”.
Queste misure di sostegno all’autoimprenditorialità contenute nel decreto, ancorché utili, non possono costituire una risposta esaustiva al dramma della disoccupazione dei giovani meridionali. Servirebbero, lo ripetiamo da tempo, investimenti pubblici volti anche alla creazione di lavoro, cioè un Piano straordinario per l’occupazione. Quello che continuiamo a non vedere.
Ma una presenza di questo tipo non può essere piegata ad esigenze di Partito ed è davvero deprimente vedere piegate le Istituzioni alle esigenze della propaganda.