LAVORO NERO IN PROVINCIA CGIL CHIEDE INTENSIFICAZIONE CONTROLLI

 La CGIL AGRIGENTO plaude all’attività svolta dal NIL e dalle Stazioni dei Carabinieri nel territorio.

L’ultima iniziativa di Sambuca è solo l’ultima di un impegno non nuovo da parte di questo Nucleo.

Tuttavia, questa attività di contrasto al lavoro nero, irregolare, grigio non può essere delegata solo a loro, dovrebbe costituire una parte importante dell’attività di uno Stato che vuole, non solo a parole, ripristinare il rispetto delle regole ed aiutare chi, trovandosi in condizione di bisogno si trova costretto ad accettare condizioni di sfruttamento e di venire privato dei più elementari diritti.

Qualcuno ha stimato che ad Agrigento il 40 per cento dei 140.000 disoccupati della provincia, lavora in maniera irregolare.

Il lavoro nero in Sicilia coinvolge circa 400.000 persone, pari al 25% delle unità di lavoro totali.

Ci sono svariati studi e stime sull’incidenza di tale fenomeno nel Paese, tutti concordano che il lavoro sommerso incide parecchio nell’economia reale.

Si stima che la percentuale del lavoro nero in Italia, sia  del 16%.

Nel settore agricolo il lavoro nero è pari al 41%.

Nelle costruzioni gli irregolari sono il 35,6 %.

Nell’industria il 21,3% Nei servizi oltre il 30%.

In questa nostra provincia quali sono le reali forze in campo per contrastarlo?

Quanti controlli sono stati fatti e con che risultati? Che fine hanno fatto le annunciate “task force” ed il potenziamento degli Ispettorati Provinciali del Lavoro? Che cosa verrà messo in campo in vista delle prossima campagna della vendemmia e della raccolta delle olive?

Su tutto questo abbiamo chiesto all’Ispettorato Provinciale del Lavoro un incontro e su questo vorremmo che si aprisse un dibattito reale nella nostra provincia.

Spesso raccogliamo insieme agli sfoghi dei Lavoratori anche la loro paura, il terrore di perdere persino quel poco che hanno; verifichiamo dai loro racconti come talune Imprese si siano specializzate nella elusione delle regole contrattuali praticando sofisticate forme di estorsione.

Abbiamo bisogno di intensificare e rendere ordinari e capillari i controlli, partendo dalla realtà economiche più significative.

Serve che anche il sistema delle Imprese Sane incoraggi questo percorso perché è del tutto evidente che dev’essere interessato come Noi ad eliminare forme di “dumping” sociale che vanno a scapito della reale concorrenza.

Questa questione incrocia anche la questione immigrazione e  la schizofrenia di quanti continuano, a parole, a disprezzare la presenza di immigrati nei nostri paesi salvo poi servirsene come manodopera a basso costo.

Una situazione esplosiva cui occorre mettere mano con urgenza, su cui – a parte queste debite eccezioni – non registriamo una risposta forte, corale e visibile della Regione e dello Stato che, anche quando si dota di buone leggi, poi non è in condizione di farle applicare con determinazione.

La CGIL, in tutte le sue sedi e con tutte le sue categorie,  è da sempre disposta a dare un seguito vertenziale sia alle tante storie individuali sia ad organizzare iniziative collettive volte a chiedere interventi in specifici settori.

Chiederemo un incontro all’Ispettorato Provinciale del lavoro per capire quali come dispiegare questa attività e quali sono le criticità presenti nell’attività ispettiva.