Nomina CdA AICA: la responsabilità resta in capo ai Sindaci. Senza il loro impegno concreto, nessun futuro per il servizio idrico pubblico.

Agrigento, 29 luglio 2025 – Nomina CdA AICA: la responsabilità resta in capo ai Sindaci. Senza
il loro impegno concreto, nessun futuro per il servizio idrico pubblico.
In merito alla recente nomina del Consiglio di Amministrazione di AICA, la CGIL di Agrigento
tiene a precisare che non nutre alcun pregiudizio verso le persone individuate per assumere tale
ruolo di responsabilità. Tuttavia, riteniamo doveroso richiamare l’attenzione dell’opinione
pubblica e delle istituzioni su alcuni nodi strutturali che, se non affrontati con chiarezza e
determinazione, renderanno vano ogni tentativo di risanamento e rilancio della società consortile.
Senza la volontà politica e amministrativa dei Sindaci, AICA non si salva. E non si potrà mai
migliorare la qualità del servizio idrico se gli stessi Comuni non provvedono al pagamento
regolare delle bollette, come fanno ogni mese con sacrificio migliaia di cittadini onesti. Questo
comportamento mina alla radice la sostenibilità economica della gestione pubblica del servizio e
rappresenta un evidente paradosso: come si può pretendere efficienza se i primi a non rispettare
le regole sono proprio gli enti soci? E’ evidente che ci riferiamo come più volte scritto ai 4/5
sindaci che hanno un debito mostruoso perché prendono l’acqua e non la pagano. A questo si
aggiunge l’inerzia inaccettabile della Regione Siciliana, che da oltre sessant’anni non ha messo
in campo un piano strutturato e organico per affrontare la crisi idrica cronica che attanaglia il
nostro territorio. L’unico intervento recentemente ventilato dalla Protezione Civile – l’invito ai
Sindaci a cercare nuovi pozzi – suona come una beffa. Servono investimenti, non appelli
generici e privi di efficacia. Anche il dissalatore di Porto Empedocle, richiesto a gran voce dalla
cittadinanza, non può essere considerato una soluzione definitiva, ma soltanto un tampone
dettato dall’urgenza e dalla disperazione. Il cuore del problema resta l’obsolescenza della rete
idrica, che perde oltre il 50% dell’acqua immessa e che necessita di interventi radicali e
strutturati, non solo ad Agrigento città, ma in tutta la provincia.
È un fatto positivo che siano finalmente iniziati i lavori di ammodernamento della rete idrica
nella città capoluogo, ma vogliamo ribadire con forza che occorre vigilanza e trasparenza. La
presenza della magistratura, che ha avviato verifiche sugli appalti, è un fatto che salutiamo
positivamente: ci auguriamo che serva a impedire le solite “furbate” italiane, con lavori che
iniziano per poi fermarsi, con conseguente lievitazione dei costi.
Questa volta bisogna andare fino in fondo, realizzando l’intera opera senza interruzioni, sprechi
né scorciatoie. Rivolgiamo infine un appello forte ai Sindaci: oltre a rispettare gli obblighi
contrattuali come tutti i cittadini, (e se non pagano come avviene per i cittadini si sospenda la
fornitura) si facciano carico di promuovere una vera e propria vertenza nei confronti del
Governo Regionale, per ottenere il finanziamento completo della rete idrica in tutta la provincia.
Solo così potremo guardare al futuro con un minimo di fiducia e garantire ai cittadini un servizio
pubblico efficiente, trasparente e davvero al servizio della collettività.

Il Segretario generale
Alfonso Buscemi