Il Cartello Sociale pronto a guidare la protesta degli agrigentini per difendere il diritto alla cura.

Il Cartello Sociale di Agrigento(Cgil Cisl Uil e Ufficio di Pastorale e Sociale) denuncia il dramma della sanità agrigentina e registra il tentativo di una privatizzazione strisciante da parte del Governo regionale e Nazionale.

Il Governo Regionale annuncia tagli di una dimensione tale che il sistema sanitario siciliano, di per se deficitario, non è assolutamente in grado di potere assorbire. La sanità pubblica, da sola, basta a misurare il grado di delusione e disaffezione dei siciliani nei confronti della politica. E gli ultimi mesi confermano che non è cambiato nulla rispetto alla precedente gestione nonostante la presenza di una figura tecnica alla guida dell’ assessorato. Purtroppo ci si continua a muovere a macchia di leopardo, perché le mancate scelte strategiche lo permettono. In questo quadro, si collocano i numerosi episodi di malasanità che non servono certo a ricreare un clima di fiducia nell’opinione pubblica. Recarsi in ospedale, così, diventa un serio problema per il cittadino specialmente se deve fare ricorso al pronto soccorso. Effettuare visite specialistiche sono un miraggio per le lunghe liste di attesa e per motivi economici di conseguenza la prevenzione cosi importante è stata di fatto abbandonata in particolare da parte degli anziani e dei poveri. Davanti a tale emergenza la politica tutta appare estremamente distratta. Il presidente della regione, subito dopo la sua elezione, aveva annunciato di volere dedicare particolare attenzione alle aree di emergenza territoriale, per evitare lunghe attese, a volte in situazioni logistiche che mortificano la dignità umana. Ma le prospettive non sono per niente rosee. Eppure molti interventi finanziati col Pnrr avrebbero potuto garantire la creazione di nuovi reparti d’emergenza oltre all’assunzione di personale. Intanto i concorsi per assumere nuovi medici vanno deserti, specie negli ospedali di periferia. Le cause i di questo fenomeno sono molteplici. E’ urgente porre rimedio al pauroso vuoto venutosi a creare delle figure sanitarie: numero chiuso nelle facoltà di Medicina, pochi bandi per le specializzazioni, Medici pagati in modo non sufficiente se paragonati al privato, pochi incentivi e tante responsabilità a partire dai rischi legati allo sfogo di tanti cittadini esasperati per un servizio insufficiente contro il personale sanitario; la medicina del territorio inesistente addirittura si chiudono persino i pochi presidi nei comuni come le guardie mediche e la cosiddetta continuità assistenziale diventa un miraggio vedi tra gli ultimi comuni a non avere più assistenza Naro, Castrofilippo, Aragona. Pur prendendo atto che il nuovo assessore si trova al lavoro da poco tempo bisogna riconoscere che finora non si è avvertito nessun cambio di passo. Ora si apprende che l’assessorato si muove per operare un taglio di 120 milioni per coprire il buco che si è riscontrato nei conti della sanità siciliana. È una manovra inaccettabile che rischia di ripercuotersi su servizi e assistenza al cittadino già precari. Una manovra che rischia di avere conseguenze pesanti in una realtà come quella agrigentina e che in vista del negoziato che interverrà tra regione, asp e aziende ospedaliere ci spinge a chiedere un immediato incontro al commissario dell’Asp 1 per conoscere nel merito quali modifiche intende apportare dal punto di vista finanziario e organizzativo ed in particolare se si intende procedere all’assunzione di personale a tempo indeterminato in considerazione del fatto che il 40% dei posti in dotazione organica risultano non coperti alla data del 31/12/2022.