I fatti accaduti a Licata, dove tre adulti hanno sequestrato torturato e deriso persone disabili calpestando la loro dignità riproducendo poi tutto sui social, sono di una gravità indicibile e devono fare riflettere tutti noi. Un atto di così cruda e smisurata violenza non può essere ignorato, rimosso.
La comunità civile, le istituzioni, le agenzie educative e tutti gli attori presenti nel territorio, hanno il dovere morale porsi il problema seriamente.
E’ questo l’accorato appello lanciato dalla CGIL agrigentina, attraverso i propri rappresentanti, amareggiata per quanto accaduto.
Ci chiediamo – argomentano il Segretario Generale Alfonso Buscemi ed il Responsabile dell’Ufficio disabilità Franco Gangemi- perché tanta cattiveria, tanta disumanità? Perché tutto questo disprezzo per i soggetti più deboli? Perché questa insensata violenza atta a calpestare, umiliare, offendere soprattutto chi è più fragile e indifeso?
La CGIL agrigentina condivide appieno la lettera dei Vescovi della Diocesi di Agrigento, Cardinale Montenegro e Monsignor Damiano; questa brutta esperienza, continuano i due segretari , deve spingerci al cambiamento per fare in modo che quanto accaduto non si ripeta mai più. Non conosciamo le risposte, non abbiamo la soluzione. Sappiamo solo che quando fatti come questi vengono ignorati, rimossi, come è avvenuto già tante volte nella nostra storia passata, si concretizza il pericolo, il rischio reale che una società avanzata, civile democratica come la nostra possa precipitare nel baratro, nel gorgo della brutalità gratuita, nel disprezzo e nella persecuzione di chi è diverso. Pertanto -concludono i due segretari- occorre agire con decisione ed in maniera sinergica al fine di scongiurare che tali fenomeni possano ripetersi e proliferare.