I comuni agrigentini non approvano lo statuto e l’Ati rimane al palo. La politica , nell’incapacità di assumersi le proprie responsabilità, cede il passo ai commissari regionali

CGIL, CISL  e UIL intervengono sulla vicenda Ati:

«Con stupore apprendiamo, esordiscono i Segretari di  CGIL CISL e UIL, che dopo un anno di attesa la politica ha gettato la spugna. Nel settembre dello scorso anno sembrava tutto potesse filare liscio. L’Assemblea territoriale idrica di Agrigento sceglieva all’ unanimità di puntare sulla Società Consortile per la gestione del servizio idrico integrato. Invece parecchi consigli comunali hanno brillato per inadempienza non approvando lo statuto del nuovo organismo e bloccando così il nuovo corso».

«La politica trova comodo schivare le responsabilità della scelta che adesso competono al solito commissario ad acta. Questo sottrarsi al proprio ruolo di suprema rappresentanza degli interessi della collettività, argomentano le O.S.,  stride con il mandato elettorale che i cittadini conferiscono agli eletti con il voto ad ogni tornata elettorale. Non è peregrino chiedersi cosa ci stiano a fare i politici se non producono atti certi e nei tempi dovuti. Cosa ci stiano a fare se non determinano le condizioni affinchè i loro territori possano prosperare riducendone il peso delle difficoltà quotidiane».

«La vicenda dell’Ati agrigentina , sottolineano i Segretari,  rivela un attenuato senso di responsabilità ai tavoli del confronto. Un anno non è bastato per fare sintesi su di un provvedimento strategico, quale il nuovo sistema di gestione del servizio idrico, che mette a repentaglio importanti risorse economiche. I fondi disponibili rischiano seriamente di andare persi dando un colpo all’efficienza al processo di erogazione idrica nonchè all’economia locale che può avere una boccata di ossigeno dai lavori pubblici».

«Quale massimo auspicio, concludono CGIL CISL e UIL, confidiamo che il commissariamento risolva i problemi con la massima celerità. Il tempo perduto è fatto solo di veti incrociati posti da una politica che purtroppo sta perdendo di vista l’essenza del suo vero ruolo».