La “Fondazione Migrantes” (che è stata diretta per un periodo dal nostro Card. Montenegro) ha pubblicato l’annuale rapporto sugli “italiani nel mondo”, dati su cui riflettere quando parliamo di migranti…
I giornali locali lo hanno riportato ampiamente, comprensivo del dettaglio comune per comune.
Al primo gennaio 2018 il totale degli Agrigentini che hanno cambiato residenza è di 154.979 il dato più alto della Sicilia, + 10.033 rispetto al 2012.
Ovviamente parliamo di Italiani iscritti all’AIRE, ovvero che sono permanentemente residenti all’estero.
Ma chi contabilizza quelli sono sono sparsi per il nostro Paese?
Quelli che popolano le tante Università del Centro Nord?
Empiricamente, basta farsi un giro nei nostri Paesi per vedere quanto lo spopolamento sia un dato reale.
A tutto questo si aggiungano i dati demografici. Quando abbiamo presentato il nostro “focus” socio-economico della provincia lo abbiamo denunciato con forza. Abbiamo detto come nel periodo in esame: “il numero dei morti è risultato superiore al numero dei nati vivi, fenomeno rilevabile soltanto durante i periodi bellici!
Tali andamenti hanno avuto refluenze di varia natura su cui dobbiamo davvero preoccuparci!
Pensate, ad esempio, a quello che significa per il mondo della scuola, ma, più in generale, quanto questo incide sui consumi.
Per esempio, cambia l’indice di dipendenza degli anziani, formato dal rapporto tra la popolazione di 65 anni ed oltre e la popolazione di età attiva (15-64 anni), che passa da 27,6 al 32,5, e nell’indice di vecchiaia, rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni ed oltre e la popolazione di età 0-14 anni, esibendo in pochi anni una crescita notevole passando da 105 ad un valore di 150,8. In termini di individui si può dire che mentre nel 2002 per ogni 100 giovani 0-14 anni si registravano 105 over 65, nel 2016 gli over 65 passano a quasi 151 sicuramente, una dinamica di crescita che, se mantiene questo andamento, deve far riflettere seriamente sullo squilibrio demografico futuro.
Tutte questioni che, come CGIL, denunciamo da anni.
Se a tutta questa problematica aggiungessimo I dati sulla povertà di quelli che rimangono, capite bene che la situazione è davvero drammatica!
Insieme alla denuncia, abbiamo fatto proposte e sollecitato un azione concertata tra Istituzioni-Organizzazioni Economiche e Sociali per far ripartire questa provinciali.
Abbiamo letto l’intervento del Sindaco di Agrigento al Convegno dell’ANCI e se lo mettiamo in rapporto con quello che abbiamo detto finora e con altri indicatori (anch’essi monitorati anno per anno: qualità della vita. ambiente, cultura ecc.) e davvero mi chiedo fino a quando può reggere questa schizofrenia di essere nello stesso momento queste 2 facce della stessa medaglia!?
Citavo all’inizio il Card. Montenegro di cui ricordiamo le accurate omelie.
Ci appelliamo pubblicamente a Lei, Cardinale Montenegro.
Cardinale ci provi Lei!
In una provincia nella quale, ormai, non si riconosce nessuna “Autorità”, in cui il venir meno della “provincia regionale” ci ha privato di qualsiasi “regia” provinciale, forse è rimasto Lei .
Forse Lei può riuscire nell’impresa, provi Lei a riunire i Sindaci della nostra provincia e tutti gli “attori” economici e sociali, (gli “stakeholders”, come dicono quelli che amano l’inglese) e ci chieda cosa abbiamo in mente e cosa possiamo concretamente fare per evitare che questa provincia resti una barca alla deriva!
Faccia dire ai Sindaci quanti e quali progetti hanno e perchè non riescono a diventare cantieri.
Il “Sistema delle Imprese” ci dica quali investimenti hanno in programma e quelli che non decollano perchè non ci riescono.
Facciamo una mappatura delle opportunità e dei bisogni e, con questa, chiediamo udienza al Governo Regionale e Nazionale: ci devono ascoltare!
Una cosa non possiamo permetterci: restare così, impassibili qualunque cosa accada. Un giorno ci chiederanno conto anche delle nostre omissioni.
Noi non vogliamo iscriverci al “club degli rassegnati”, questa provincia può uscire dalla crisi.
Massimo RASO