Lettera della CGIL Agrigento al nuovo Prefetto

Egregio Dr. Caputo,

vogliamo formularLe i nostri migliori auguri di buon lavoro per questo nuovo incarico.

Immaginiamo che Ella avrà avuto modo di farsi un’idea della provincia che si troverà davanti, tuttavia sentiamo il bisogno di rappresentarLe il nostro “punto di vista” circa alcune delle questioni che ci auguriamo possano trovare nuovo impulso da un Suo autorevole intervento.

Ovviamente non possiamo che partire dalle questioni del lavoro e dell’occupazione.

Arriva in una provincia difficile.

Nel “mercato del lavoro” si segnala un “tasso di attività” nella provincia di Agrigento che oscilla mediamente intorno al 51% (con circa 14 punti in meno rispetto al dato nazionale!) e con una significativa differenza tra uomini e donne con circa 40 punti percentuali di differenza.

Il tasso di occupazione è al 39,1%,  mentre il tasso di disoccupazione aumenta al 24,3%.

Il settore di attività in cui riscontriamo più occupati è il settore dei servizi con poco più di 84 mila posti di lavoro.

Negli anni della crisi, da cui non siamo ancora usciti, osservando le variazioni assolute 2008-2016 la provincia agrigentina perde 2.355 unità lavorative nel settore agricolo e una perdita sostanziale nel settore industriale con -7.280 posti, particolarmente “in ginocchio” il settore dell’edilizia che ha visto più che dimezzarsi attività ed occupati.

L’unico comparto ad andare in controtendenza è il commercio, alberghi e ristorazione con un aumento di poco oltre 6 mila unità.

Come nel resto del Paese, in tutti questi settori si annidano fenomeni distorsivi che hanno conquistato gli onori della cronaca per fenomeni estorsivi in danni dei lavoratori costretti a firmare buste paga senza avere il corrispettivo.

Vorremmo rappresentarLe le tante “vertenze” e questioni aperte in questa provincia: dalle vicende annose riguardanti la gestione dell’acqua a quelle che riguardano i rifiuti; dalla vicenda delle Terme di Sciacca a quelle dell’Italcementi; dall’Italkali alle recenti vicende della TUA alle questioni che riguardano il CUPA.

Vorremmo riaprire tavoli di ragionamento e confronto su questioni che le sono “familiari” in ragione del Suo precedente impegno, ovvero la questione dei beni e delle aziende confiscate e sequestrate alla criminalità organizzata, la stragrande maggioranza dei quali non utilizzati.

Avremo modo di raccontarle la storia della Calcestruzzi Belice.

Vorremmo riprendere le questioni che attengono alla messa in sicurezza del territorio in una terra che ha conosciuto

 il terremoto del Belìce e che affronti le emergenze ambientali che abbiamo, negli anni, denunciato: da quelle che abbiamo chiamato “bombe ecologiche” alla vicenda dell’amianto.

Vorremmo riprendere il ragionamento che attiene allo sviluppo di questa nostra terra, capire dove si inceppano a volte i progetti ed i programmi di spesa; affrontare le questioni della sicurezza; aprire un ragionamento concreto su come vengono gestite tutte le partite che hanno al centro la sicurezza dei cittadini dalle questioni della lotta alla mafia ed allo stato degli apparati volti a reprimerla alla  cosidetta “accoglienza” dei migranti; discutere dello stato della pubblica amministrazione e di tutte le questioni ad essa collegate: dai precari allo stato della sanità.

E’ vero non sono tutti compiti della Prefettura, tuttavia sosteniamo da anni, inascoltati, che la Prefettura, deve ritornare ad essere il luogo di composizione e raccordo dei conflitti che chiamano in causa i diversi livelli di governo; unica autorità e sede che autorevolmente può mettere insieme i Comuni.

Non sempre ci siamo riusciti ed appaiono lontanissimi i tempi del Prefetto D’Agostino. Ma abbiamo bisogno di ritornare a respirare quel clima, di una Prefettura che sappia ascoltare il territorio e lo sappia rappresentare agli altri livelli di Governo, che sappia coordinare e controllare l’attività e l’efficienza della macchina amministrativa.

Insieme ai tanti problemi troverà tante cose belle e positive, una Città ed una provincia che partendo da queste vuole tentare di uscire da questa condizione, uomini e donne coraggiosi e che fanno il loro dovere: energie positive che vanno sostenute, incoraggiate e difese.

Noi Le offriamo, sin d’ora,  tutta la nostra collaborazione.

In attesa di fare personalmente la Sua conoscenza, Le inviamo cordiali saluti.

IL SEGRETARIO GENERALE

Massimo RASO