Sulla “vicenda rifiuti” ad Agrigento interviene la FP CGIL

Vicenda rifiuti al Comune di Agrigento. FP CGIL: ” La strategia di distrazione per
nascondere la propria incapacità, per i lavoratori non chiediamo assistenza sociale”.
Diciamo subito che il Sindacato non chiede assistenza sociale per i lavoratori. Si sbaglia
grossolanamente chi pensa che i lavoratori vanno spremuti e poi abbandonati al loro destino.
Chiediamo e pretendiamo piuttosto rispetto e servizi degni di un paese civile. In questi giorni si susseguono comunicati stampa di alcuni consiglieri comunali che denunciano l’abbandono e l’incuria di tanti quartieri perché nessuno provvede a tagliare le erbacce rendendo impraticabili i marciapiedi. D’altronde è così evidente che i cittadini lo possono constatare da soli. Agli smemorati vogliamo ricordare che si è arrivati a questo stato di cose, semplicemente perché nel 2016 il
Consiglio comunale ha approvato un piano finanziario che tagliava 23 lavoratori. Sapete di cosa si occupavano? Di discerbamento e di cura del verde pubblico in tutta la città. Ebbene, l’Amministrazione attiva, assieme a quei consiglieri comunali che hanno votato la delibera, ha consentito un risparmio di qualche euro per famiglia rinunciando però a quel prezioso servizio.
(p.s. forse quei soldi risparmiati non saranno sufficienti per pagare le spese legali considerato che c’è un ricorso pendente al TAR che ha giudicato ammissibile il suddetto ricorso sollecitato dai sindacati). Adesso la storia si ripete con la differenziata, ma di questo ne parliamo più avanti.
Passiamo all’ ennesima vicenda di espulsione dei lavoratori dal Comune di Agrigento. L’assessore Fontana è stato due anni a parlare della “mala gestione” di chi lo ha preceduto. Adesso, forse, si è
accorto, anche lui, che i cittadini vogliono fatti e non analisi di cosa è successo nella preistoria e
cambia disco. Così invece di spiegare cosa ha fatto in oltre due anni di amministrazione Firetto nel settore dei rifiuti, si limita a lanciare la palla in tribuna, affermando che ci sono, non meglio precisati “tanti che hanno interessi diversi e non vogliono il cambiamento”. Quando si insediò, l’Amministrazione Firetto prese atto che il bando precedentemente approvato non conteneva la copertura finanziaria per garantire i livelli occupazionali. La nuova giunta sostenne che le imprese dovevano farsi carico dei maggiori costi, mentre le imprese dichiararono che quanti non avevano copertura economica sarebbero stati licenziati. In un vertice in Prefettura il Sindacato, prendendo atto del muro contro muro, propose di rescindere il contratto in modo consensuale. Le imprese accettarono di rinunciare al lavoro, ma l’amministrazione, per bocca del segretario comunale,
“avvisò”, davanti al Prefetto: le imprese facciano quello che vogliono, il Comune ne prenderà atto e si muoverà di conseguenza (tradotto dal politichese significava la richiesta dei danni).
Naturalmente, le aziende si guardarono bene a rinunciare al lavoro e a pagare penali. Lanciammo subito la proposta di utilizzare i soldi previsti per la pulizia delle spiagge, con il risultato che
fummo accusati di volere mandare in galera gli amministratori perché secondo il Comune, non si poteva fare. E allora formulammo un’altra proposta, quella di una variante che consentisse l’avvio
della raccolta differenziata anche in altri quartieri, oltre a Fontanelle. Un modo efficace per risparmiare nel conferimento dei rifiuti in discarica oltre a tutelare l’ambiente, illudendoci di potere
contare sull’appoggio e sulla sensibilità dell’assessore Fontana, fresco ex segretario regionale di Legambiente. E quindi con i risparmi ottenuti, coprire i costi del personale. Ci fu detto che
condividevano la proposta ma ci voleva tempo per attuarla. Sempre in Prefettura si impegnarono a presentare una rimodulazione del servizio come da noi proposto entro il mese di dicembre 2015.
Facemmo tante altre proposte, tutte bocciate dall’amministrazione comunale; così arrivarono i primi 23 licenziamenti. Dopo 12 mesi di lotte a fianco dei lavoratori, a difesa del diritto al lavoro sotto il
caldo cocente di agosto e le piogge invernali, successe quello che ad Agrigento sembrò un miracolo: i cittadini, la stampa, pezzi della politica, alcuni consiglieri comunali, la paziente mediazione della Prefettura e l’incessante martellamento della chiesa agrigentina fecero ritornare l’amministrazione sui suoi passi. Utilizzarono i soldi della pulizia delle spiagge per fare rientrare 13 dei netturbini licenziati, considerato che dieci nel frattempo decisero di cercare migliore fortuna
altrove. Correva l’anno 2016 e mandarono a casa altri 23 lavoratori impegnati nel lavoro di scerbamento e verde pubblico e siamo a 33 lavoratori in meno.
Adesso Fontana grida al complotto perché troppa gente, a suo dire, rema contro il cambiamento. Ma perché ha presentato quella variante dopo oltre due anni? Ha subito minacce? Da chi? O
semplicemente non sono stati capaci? Ed ancora, da due anni ha annunciato un bando ponte che superasse l’organizzazione del servizio che hanno trovato, come mai, c’è da chiedersi, non lo hanno
attuato e hanno preferito avvalersi della proroga prevista dal contratto? L’ATO di Agrigento aveva subito proposto una nuova gara ma il Comune ha voluto fare da sola. Bene, ma se adesso non sono
stati capaci, di chi è la colpa? Infine, l’Assessore Fontana dice che ci sono comuni che hanno vuoti in organico. Vero! Ma a quale legge o norma fa riferimento? Semplicemente al Piano di Ambito
approvato dal Dipartimento Regionale preposto. Omette però di dire che la stessa legge o piano che invoca al rispetto degli altri comuni, il Comune di Agrigento non lo rispetta clamorosamente. (parliamo di 9 posti vuoti in 4 comuni che con senso di responsabilità hanno accettato di coprire; coneccezione di Licata). Questa amministrazione quando si insedia trova 175 lavoratori (di cui 43 a
tempo parziale) nel rispetto all’unico riferimento di legge che è il Piano di Ambito; adesso Fontana decide, in sfregio alla norma e con la complicità della SRR che evidentemente nel tentativo di
trovare la quadra ha assecondato le desiderata del comune di volere soltanto 119 lavoratori di cui molti a tempo parziale, che equivalgono ad un totale di 105, facendo la cortesia di prenderne solo 1
in più, almeno sulla carta, considerato che tra questi ci sono lavoratori assenti per lunghi periodi e quindi non vengono pagati e comunque per pochi mesi in quanto in procinto di andare a sostituire quanti andranno in pensione in tempi ravvicinati. Vorremmo sapere perché Fontana invoca l’osservanza delle regole nei confronti di quei sindaci che hanno un posto vuoto in organico rispetto al Piano d’ambito, e lui deve averne 55 in meno? Si, oggi possiamo affermare che molto probabilmente NON CI SARANNO ULTERIORI LICENZIAMENTI ma non per merito del
comune di Agrigento ma grazie a tutti quei comuni che rispettano la legge. In particolare i comuni
di: Aragona, Comitini, Joppolo Giancaxio, Santa Elisabetta, Sant’Angelo, Porto Empedocle e Siculiana. E ritorniamo alla qualità dei servizi. Davvero si pensa di poter fare oggi il porta a porta
con 105 lavoratori, numero che è addirittura destinato a ridursi tenuto conto dei pensionamenti all’orizzonte? E ancora, chi farà la pulizia delle spiagge? Il discerbamento, il verde pubblico, lo
spazzamento manuale? A meno che gli agrigentini dovranno rassegnarsi all’abbandono totale, all’incuria, e alla sporcizia del territorio. E allora a che serve parlare di turismo e di grandi eventi?
Queste cose nel contesto appena delineato servono soltanto a promuovere la propria immaginepersonale che, detto in confidenza, ai cittadini non interessa molto”.