La inaugurazione ieri della “Casa del Volontariato” a Sciacca in un bene confiscato è la ennesima riprova del fatto che è possibile ed è giusto che ritornino all’uso sociale i beni frutto di attività criminali.
“I beni confiscati alla criminalità organizzata – dice Massimo Raso- rappresentano un patrimonio di enorme valore non solo per l’oggettivo prestigio patrimoniale di tali immobili, ma soprattutto per il loro grande significato simbolico: sono, infatti, il segno tangibile dell’azione dello stato contro le mafie.
La legge individua i Comuni quali destinatari di diversi beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, da utilizzare per fini istituzionali o sociali.
Ecco, allora, che occorre avere finalmente contezza di quanti siano questi beni, di dove siano allocati, del loro stato di conservazione e d’uso al fine (come nell’esempio di Sciacca) di attivare le linee di finanziamento disponibili per il loro riuso a fini sociali.
Sarebbe un bel segnale se esempi come quello di Sciacca potessero moltiplicarsi in ogni angolo della provincia, analogamente il tema riguarda le aziende.
Su tutto questo da tempo chiediamo che si faccia assoluta chiarezza!
Nel corso della recente visita della Commissione Antimafia abbiamo, tra le altre cose, sottolineato questo aspetto.
Ci auguriamo che, anche sulla spinta dell’iniziativa di ieri, questo tema possa ricevere un nuovo impulso!
I nostri migliori auguri di buon lavoro alle Associazioni di Volontariato di Sciacca del COVOPRO, all’Universo Donna, all’AGAPE, all’Ordine Vincenziano, a Cinque S a loro e a tutte le altre che possono legittimamente acquisire nuovi beni la disponibilità della CGIL ad iniziative comuni ed ad un comune terreno d’impegno”.