Cartello Sociale: la battaglia contro la corruzione si può vincere se c’è il concorso dei corpi sani della società.

I fatti, che la cronaca ci propone in questi giorni, da un canto mostrano episodi degradanti sull’uso del potere decisionale nella pubblica amministrazione, ma dall’altro dimostrano che le istituzioni, la Magistratura, le forze di polizia confermano ogni giorno di più che i loro anticorpi sono attivi e rendono un servizio prezioso alla comunità.

Quando, infatti, i meccanismi di controllo, di accertamento e di sanzione funzionano vuol dire che il cancro del malaffare è stato individuato e quindi sconfiggere la corruzione, spezzare le catene della complicità, liberare la vita sociale da questo male è possibile.

È vero piuttosto che bisogna porsi obiettivi elevati sul piano della moralità pubblica e del senso civico perché su un tema così cruciale si deve combattere tutti insieme e all’azione delle istituzioni pubbliche e dei corpi sociali, deve accompagnarsi la pratica della cittadinanza attiva.

In questo senso c’è una dimensione personale dell’impegno per la legalità che va testimoniata con la coerenza dei comportamenti perché attraverso l’azione educativa, a partire dalle famiglie, dalle scuole e dai corpi intermedi cresce e si rafforza la democrazia.

La corruzione, infatti, crea sfiducia, inquina le istituzioni, prevarica ogni principio di equità, penalizza il sistema economico e ruba il futuro ai giovani. Per dirlo con le parole pronunciate dal Presidente Mattarella qualche anno fa la corruzione è un furto di democrazia.

L’a mancanza di trasparenza e il malfunzionamento degli apparati della pubblica amministrazione finisce poi con il colpire maggiormente le persone deboli, crea discriminazioni, e spesso distrugge le opportunità di lavoro.

Non è un caso che sulle pratiche corruttive prosperano le organizzazioni criminali e la mafia, alterando le regole del mercato e soffocando le speranze dei giovani.

Elementi di speranza per fortuna si colgono negli anticorpi presenti nella società civile: hanno il volto di cittadini consapevoli delle loro responsabilità, di donne e uomini coscienti dei propri diritti ma anche dei propri doveri, di funzionari pubblici che assolvono ai loro compiti, di volontari che costruiscono reti di solidarietà e di inclusione sociale.

Su questi presupposti è allora possibile fondare la speranza di un territorio nella convinzione che la battaglia contro la corruzione si può vincere se c’è il concorso dei corpi sani della società.

Don Mario Sorce Alfonso Buscemi  Paolo Ottaviano Gero Acquisto